
Qualche giorno fa sono andata nel Mugello – una zona collinare in Toscana, tra Firenze e Bologna – da un cliente molto interessante, uno storico produttore di finestre.
Il cliente e la sua squadra avevano difficoltà a capire il rapporto tra l’albero dei contenuti e la SEO.
Perché il consulente SEO mi fa scrivere mille pagine?
Perché la SEO influisce sull’alberatura? Perché il consulente SEO costruisce l’albero del sito e ti fa costruire e scrivere mille mila pagine? Forse ti odia?
Mmm… no!
La SEO condiziona l’alberatura perché su Google non si posiziona un sito per intero ma si posizionano le singole pagine che lo compongono.
Se cerco su Google “scarpe rosse” mi compariranno singole pagine dedicate alle scarpe rosse. Così, se voglio posizionarmi per “scarpe rosse” devo creare una pagina dedicata alle scarpe rosse: non si sfugge.
Quindi serve una pagina per ogni gruppo di parole chiave affini. Nel caso del cliente del Mugello, serve ad esempio una pagina costruita attorno alle parole riguardanti le finestre antirumore.
Il sito non è una brochure. Solo alcuni utenti entrano nel sito dalla home: gli altri entrano dagli articoli del blog, dalle pagine servizi, dalle schede prodotto. Ognuno entra da una porta diversa a seconda di quello che stava cercando e utilizza il sito attivamente.
E se non prepariamo le pagine giuste, progettando una buona architettura delle informazioni, chi cerca su Google alcune cose legate ai nostri prodotti o servizi non ci troverà. Così perdiamo potenziale traffico, potenziali contatti, potenziali vendite.
Lo studio keyword, l’albero e i post-it
Per comprendere questo punto con il cliente abbiamo lavorato con due strumenti: il mio studio keyword e i post-it colorati.
Lo studio keyword è una relazione, molto lunga per i progetti complessi, che preparo io all’interno dei miei servizi SEO. In questa relazione analizzo l’attività del cliente e per ciascun ambito, prodotto o servizio preparo una lista di parole chiave.
Le parole che gli utenti usano davvero ogni mese su Google! Per ciascuna parola indico le ricerche medie mensili, la concorrenza e altri dati utili.
I post-it colorati invece sono uno strumento classico dell’architettura delle informazioni. Ogni post-it rappresenta una pagina, mentre il suo colore indica un argomento o funzione del sito. Le pagine si possono spostare qua e là, così costruire l’albero dei contenuti diventa un processo partecipato e dalla logica chiara.
Nel mio lavoro dal cliente, ogni gruppo di parole chiave emerso dallo studio SEO suggeriva un post-it. Altri post-it nascevano invece dalle riflessioni del cliente: caratteristiche delle finestre, informazioni che era solito dare ai suoi clienti e così via.
Tutti i post-it insieme sono andati poi, dopo confronti e limature, a formare l’albero dei contenuti.
E poi, cosa vogliamo che faccia il lettore su ogni pagina?
Fatto l’albero, per ogni pagina dobbiamo prevedere una funzione.
Cosa vogliamo che faccia il lettore dopo che ha letto la pagina in tutto o in parte? Deve contattarci? Iscriversi alla newsletter? Comprare un prodotto?
L’azione desiderata dev’essere sempre chiara e univoca. Una volta che l’abbiamo scelta dobbiamo lavorare con il nostro web designer perché renda l’azione facile da compiere, per esempio inserendo un modulo in pagina o migliorando il bottone per aggiungere il prodotto al carrello.
Quindi analisi dell’azienda, poi studio keyword, poi albero dei contenuti e poi progettazione funzionale di ogni singola pagina.
Vuoi farlo anche per il tuo sito con il mio aiuto? Scegli un servizio SEO oppure scrivimi se preferisci un corso per imparare il processo.
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