
Ecco i miei consigli per alcuni libri da leggere quest’estate.
Li ho scelti perché hanno aperto squarci profondi nella mia conoscenza del mondo e di me stessa e perché leggerli è stato molto piacevole.
Factfulness: Dieci ragioni per cui non capiamo il mondo. E perché le cose vanno meglio di come pensiamo
Scritto da Hans Rosling, medico, statistico e accademico svedese, Factuflness è stato pubblicato postumo nel 2018 da Sceptre.
Analizza il mondo attuale, basandosi rigorosamente sui dati, secondo tanti aspetti: la mortalità infantile, l’accesso all’istruzione, l’aspettativa di vita, la crescita della popolazione, la definizione e le caratteristiche della povertà.
Pagina dopo pagina ci fa notare come non capiamo nulla di queste cose e abbiamo per lo più una visione pessimistica ed eurocentrica.
Confusi dall’istinto del divario, da quello della negatività e da tanti altri (dieci in tutto), andiamo avanti ciechi con un’idea distorta del mondo. Da leggere per svegliarsi e accettare la realtà: il mondo sta migliorando.
Se vuoi subito un’anticipazione, puoi pensare ad una delle mie nonne, nata nel 1941 in Salento, che non è potuta andare a scuola oltre la terza elementare.
In realtà poi la nonna avrebbe potuto studiare dopo, ad esempio negli anni Ottanta, ma io allora ero una bambina e non avevo letto gli altri libri di cui parlo qui, quindi non ero stata in grado di consigliarla in questo senso. A quel tempo la mancanza di istruzione della nonna mi sembrava qualcosa di immutabile.
Reinventa la tua vita. Scoprite come modificare voi stessi e liberarvi dalle trappole che vi impediscono di cambiare la vostra vita
Scritto da Jeffrey E. Young e Janet S. Klosko, psicologi statunitensi, Reinventa la tua vita è stato pubblicato nel 1994 da Plume, una casa editrice del gruppo Penguin (la prima edizione era del 1993 per un’altra casa editrice). Di grande attualità, ci racconta le diverse trappole psicologiche in cui potremmo essere bloccati: la trappola dell’abbandono, quella del fallimento, quella della dipendenza e tante altre.
Per ogni trappola analizza il modo in cui potrebbe essersi formata nella nostra infanzia, racconta storie di vita di persone con questo problema e fornisce una prospettiva per uscirne.
Alcuni esempi: magari i nostri genitori facevano tutto per noi e così, ancora adesso, non riusciamo a prenderci cura di alcuni aspetti della nostra vita. Ad esempio non riusciamo a gestire i nostri soldi (trappola della dipendenza), oppure per via della mancanza di fiducia nel prossimo che abbiamo respirato in famiglia, crediamo sempre che gli altri vogliano imbrogliarci (trappola della sfiducia).
Negroland: A Memoir
Scritto da Margo Jefferson, scrittrice e giornalista statunitense, Negroland è stato pubblicato nel 2015 da Pantheon Books, una casa editrice del gruppo Penguin.
È un’autobiografia che parte con l’infanzia a Chicago negli anni Cinquanta, all’interno di una famiglia nera altoborghese. Negroland è infatti, nella definizione dell’autrice, l’ambiente dell’elite nera della Chicago del tempo.
Con la leggerezza di un romanzo e spaccati interi di storia sociale, affronta i temi della razza, del genere e della loro percezione, sempre mutevole nel tempo e nello spazio, all’interno della cultura americana.
Why Learn History (When It’s Already on Your Phone)
È stato scritto da Sam Wineburg, accademico statunitense che dirige da molti anni lo Stanford History Education Group e si occupa al momento dell’analisi della capacità di giudizio della credibilità dei contenuti online. Why Learn History è stato pubblicato nel 2018 da The University of Chicago Press.
Spiega come il pensiero storico (historical thinking), inteso come la capacità di pensare in modo storico, non abbia nulla a che vedere con una fantastica memoria che ci permette di ricordare nomi e date.
Una cornice per inquadrare le cose – in cui disporre alcuni eventi principali, alcune figure chiave e alcune sequenze cronologiche – certamente è indispensabile.
Ma il pensiero storico è un’abilità che permette di acquisire conoscenza piuttosto che di dispensarla, un orientamento verso il mondo che possiamo coltivare, fatto di scetticismo ragionato, di analisi e comparazione delle fonti indirette, di ricerca di fonti dirette.
Un esempio facile facile, mio: leggo su un articolo che l’avena è un cereale nuovo, di moda recente, che non si usava in Italia in passato. Come faccio a capire se è vero? Per prima cosa analizzo la fonte stessa su cui ho letto l’informazione, per esempio chi ha scritto l’articolo, su quale sito è stato pubblicato, di quale “passato” stiamo parlando. Poi posso consultare una fonte indiretta, ad esempio un manuale di storia della cucina italiana ben selezionato (mi assicuro ad esempio che questo testo sia scritto da uno storico e che le fonti siano citate). Infine posso consultare una fonte diretta, ad esempio un contratto di nozze di metà Ottocento, facilmente reperibile nelle fonti notarili degli archivi di Stato italiani.
Così, troverò ad esempio che in un contratto di nozze del 1851 uno sposo a Brindisi portava, nel suo corredo, una certa quantità di avena. Ecco che ora sono abbastanza sicura: l’avena era piuttosto comune nell’Ottocento, per lo meno nel brindisino. Da lì potrebbero sorgere altre domande, ad esempio come veniva usato o perché lo sposo aveva un corredo e così via.
Wineburg, con un ampio team di colleghi, ha portato per anni questo metodo nelle scuole americane, dalle elementari all’università. Nel libro racconta delle mancanze dell’insegnamento tradizionale, di esperimenti in classe, di studenti che fioriscono e anche di un tema di grande attualità, cioè di come si crea un pantheon di eroi nella narrazione collettiva.
Utilissimo per tutti, il libro può davvero cambiare la vita a chi si occupa di formazione.
I sei pilastri dell’autostima
Scritto da Nathaniel Branden, psicoterapeuta statunitense venuto a mancare nel 2014, è stato pubblicato nel 1995 per Bantam. I sei pilastri dell’autostima rappresenta il libro divulgativo sul tema più importante dell’autore, ed è frutto di una vita di studi e pratica sul tema.
In italiano è disponibile solo in versione cartacea, mentre in ebook c’è la versione in inglese.
L’autostima è, secondo la definizione di Branden:
- la fiducia nella nostra abilità di pensare e affrontare le sfide elementari della vita
- la fiducia nel nostro diritto ad essere felici e di successo, la sensazione di essere validi (worthy), meritevoli, autorizzati ad esprimere i nostri bisogni e desideri, vivere secondo i nostri valori e godere dei frutti dei nostri sforzi.
L’autore spiega da dove può derivare la mancanza di autostima, che può essere più o meno marcata, e i danni che questa mancanza crea ogni giorno nelle nostre relazioni, sentimentali, familiari, lavorative, amicali.
L’autostima però si può accrescere, con la terapia e con la pratica quotidiana. I sei pilastri che la sostengono – che la rendono possibile e che la ampliano – sono infatti il vivere con coscienza, l’accettazione di sé, l’assunzione di responsabilità, l’assertività, il vivere con intenzione (purposefully), l’integrità personale.
C’è un intero capitolo dedicato al rapporto tra autostima e lavoro, con tante idee su come rendere l’ambiente lavoro, virtuale o fisico, un posto in cui stare bene, crescere e tirare fuori il meglio da se stessi e dagli altri.
Questa è l’America. Storie per capire il presente degli Stati Uniti e il nostro futuro
Scritto dal giornalista italiano del Post Francesco Costa, Questa è l’America è stato pubblicato nel 2020 da Mondadori.
Il libro, scritto in modo davvero semplice pur toccando temi complessi, affronta vari nodi degli Stati Uniti di oggi, senza mai dimenticare di approfondire le ragioni storiche dei vari fenomeni.
Alcuni temi: la diffusa dipendenza da farmaci antidolorifici a base di oppiacei, l’insofferenza verso le istituzioni, i problemi sistematici delle istituzioni, la questione dell’acqua avvelenata a Flint, inquadrata nel più ampio declino del Michigan post-industriale, la diffusione delle armi, la radicalizzazione della politica.
Il tutto all’interno di un paese pieno di fascino, che “espone le persone a una quantità di rischi e opportunità imparagonabile a quella europea, nel bene e nel male”.
Come parlare ai bambini
Scritto da Adele Faber e Elaine Mazlish, educatrici statunitensi, Come parlare ai bambini è stato pubblicato nel 1982 da Back Bay Books e poi ripubblicato molte volte, ad esempio in versione aggiornata per il trentesimo anniversario.
Spiega come parlare ai bambini per aiutarli ad affrontare i loro sentimenti, promuovere l’autonomia e liberarli dai ruoli prefissati.
Utile per chiunque abbia a che fare con dei bambini, anche di tanto in tanto, o per chi un tempo è stato un bambino o una bambina 😉