
Vediamo come si può trasformare un’attività offline in un’attività online, in tutto o in parte, considerando diverse sfumature.
Non tutte, eh 😛
Premessa: online e offline non si escludono a vicenda, ma sono solo due aspetti di questa unica, meravigliosa vita.
Perché online? Dal punto di vista del cliente
Perché può essere utile fruire di servizi o corsi online:
- perché non possiamo uscire di casa, ad esempio per questi motivi:
- è in corso una pandemia 😉
- ci sono dei bambini che stanno dormendo (penso ad esempio ad un bambino tra i 5 e i 12 anni, che dorme tranquillamente ma che comunque non possiamo lasciare da solo)
- c’è una persona anziana o comunque non autosufficiente che non possiamo lasciare da sola
- siamo ammalati
- è pericoloso uscire nella nostra zona in un dato orario o periodo, per strade innevate o altri motivi
- perché uscendo di casa o dall’ufficio un corso di 1 ora diventa di 3 ore o più, perché vanno inclusi i tempi per raggiungere la sede del corso e quelli per prepararsi
- perché il corso o il servizio che ci interessa è in un’altra città o in un altro continente e non possiamo raggiungerlo, soprattutto in modo regolare
- perché viviamo in mobilità, quindi siamo sempre in città o continenti diversi, quindi facciamo fatica a seguire un corso o ad usufruire di un servizio con una sede fisica regolarmente
- per scegliere quello che davvero ci interessa – per qualità, condivisione di valori, specificità del servizio o del corso – al di là della vicinanza geografica
Perché online? Dal punto di vista dell’azienda o del professionista
Perché può essere utile vendere servizi o corsi online:
- per liberarci del problema della vicinanza geografica con i nostri clienti ideali
- per essere liberi di viaggiare pur continuando a lavorare
- per essere liberi di lavorare da casa se lo desideriamo
- per ridurre i tempi di lavoro all’erogazione del servizio o del corso, eliminando il tempo necessario per raggiungere il luogo fisico dove erogarli
- per poter rendere più fruttuosi i contenuti informativi che creiamo: se ad esempio siamo una scuola di francese e creiamo un sacco di risorse di grammatica sul nostro sito che ci portano traffico, potremo sfruttare a pieno quel traffico solo se poi chiunque trova quelle risorse di grammatica può partecipare ad un nostro corso
- per creare intorno al nostro brand una comunità accomunata dalla condivisione di alcuni valori, bisogni e preferenze, al di là della vicinanza geografica
Trasformare i corsi offline in corsi online
Vediamo alcune modalità per erogare corsi online.
I corsi online di gruppo dal vivo
I corsi online dal vivo sono quelli più facili da creare: si trasforma una lezione in classe in una lezione su una piattaforma online, ad esempio Zoom, con i dovuti accorgimenti.
Opportunità:
- è necessario un minore lavoro preparatorio
- si può iniziare il lavoro preparatorio dopo aver venduto il corso
- permettono di interagire con la classe
- vengono acquistati più facilmente da chi ama l’interazione con il docente e con il gruppo
Rischi:
- sono più difficilmente scalabili, perché per il fatturato è legato comunque alle ore di lavoro
- per ottenere vera interazione vanno strutturati bene, ad esempio:
- si divide la stanza della lezione online in diverse stanze per i gruppi di lavoro in dati momenti, ad esempio usando le Breakout Rooms di Zoom
- va limitato il numero di partecipanti
- va comunque registrata la lezione, per renderne possibile la fruizione a chi non può collegarsi in un dato orario
- vanno applicati dei metodi didattici diversi dalla classica lezione frontale, ad esempio l’inquiry-based learning; con questo metodo invece di presentare prima il contenuto da insegnare si parte facendo una domanda alla classe e si fa loro formulare delle ipotesi – solo una volta che le ipotesi sono state formulate si presenta il contenuto
- più in generale, secondo la mia esperienza, è utile:
- fare domande alla classe
- incoraggiare la formulazione di ipotesi
- far esprimere alla classe le conoscenze pregresse sull’argomento, anche se del tutto mitologiche
- incoraggiare l’errore come strumento per apprendere
- dare dei microcompiti che vanno svolti direttamente durante la lezione online
I corsi online registrati
I corsi online registrati sono molto comuni. Offrono questo formato ad esempio quasi tutti i grandi siti di formazione online, come Skillshare, Udemy, Coursera.
Di solito comprendono video, letture, esercizi.
Opportunità:
- sono più facilmente scalabili: una volta creato un corso che vende potrà essere venduto potenzialmente all’infinito, con un ampio aumento dei margini
- vengono acquistati più facilmente da chi vuole studiare in autonomia
Rischi:
- creare un corso di questo tipo può essere lungo e complesso
- non c’è interazione con la classe
- può venire meno il compito più alto dell’insegnamento, che non è quello della trasmissione di un insieme di conoscenze, ma quello di aiutare lo studente a diventare se stesso
Quest’ultimo aspetto può valere anche per i corsi all’apparenza più banali. Se ti insegno a cucinare una frittata, dovrei in realtà aiutarti a cucinare una frittata che va bene per te, il cui processo di realizzazione ti permetta di sviluppare le tue potenzialità.
Ciononostante credo che ci siano tante eccezioni a questo: penso ad esempio ai corsi del maestro Manzi in televisione negli anni Sessanta, che hanno liberato dall’analfabetismo oltre un milione di persone.
In quel caso il maestro Manzi, pur offrendo corsi registrati o comunque in diretta ma senza interazione, era riuscito a trovare un metodo adatto al suo mezzo.
Le lezioni online uno ad uno
Facili da preparare e perfette per chi ha bisogno di un rapporto esclusivo con il docente, sono ovviamente le meno scalabili.
Le soluzioni ibride
Le soluzioni ibride possono comprendere una certa quantità di corsi online dal vivo, una certa quantità di lezioni registrate e materiale da leggere o ascoltare, ed eventualmente una certa quantità di lezioni online uno ad uno.
Si possono vendere molto bene in abbonamento.
Pagando ad esempio l’abbonamento annuale ad una palestra online potrei avere:
- 10 corsi registrati, che poi aumentano via via
- 10 corsi online di gruppo dal vivo ogni settimana tra cui scegliere
- 1 ora mensile online con il personal trainer
Trasformare i servizi offline in servizi online
Ecco invece qualche idea per trasformare i servizi erogati fisicamente in servizi online.
Attività sincrone e attività asincrone
Le attività sincrone sono tutte quelle che prevedono la presenza contemporanea di chi eroga il servizio e di chi lo riceve.
Quindi ad esempio:
- videochiamate
- telefonate
- lavoro in contemporanea su un documento collaborativo
- pair programming (un metodo utilizzato dagli sviluppatori di software, che lavorano insieme alla scrittura di un pezzo di codice – in questo caso il lavoro in contemporanea è quindi tra pari e non cliente/consulente, ma si può applicare questa idea anche ad altri ambiti)
Le attività asincrone sono invece tutte quelle che vengono svolte in autonomia da chi eroga il servizio o da chi lo riceve.
Quindi ad esempio:
- le e-mail
- i messaggi su WhatsApp (quando non diventa una chat in tempo reale)
- la scrittura delle note sull’avanzamento di un progetto su un programma per la gestione dei progetti
- la scrittura di documenti, anche collaborativi
- l’analisi di dati
- lo sviluppo di software
- la creazione o il reperimento di oggetti, fisici o virtuali
- la realizzazione e l’invio di fotografie
- la realizzazione e l’invio di video
Per portare un servizio online in generale l’ideale è utilizzare entrambi i tipi di attività, con una prevalenza delle seconde, per liberare il proprio tempo e quello del cliente.
L’esempio di una consulenza per arredare due stanze
Facciamo l’esempio di voler portare online una consulenza per l’arredamento di interni.
Il servizio potrebbe essere composto così:
- il cliente acquista dal sito del consulente il servizio, che costa 890€ e riguarda la consulenza completa per la scelta di mobili e complementi per due stanze (attività asincrona)
- il consulente scrive al cliente per inviargli una guida che ha già preparato in passato su come prendere le misure e fissare una videochiamata (attività asincrona)
- si parte con una videochiamata in cui il consulente intervista il cliente, per analizzare i suoi bisogni, guardare le stanze in video chiamate e spiegargli ancora come prendere le misure (attività sincrona)
- il consulente invia al cliente una mail di riepilogo in cui (con attività asincrona) gli chiede di inviare:
- la piantina delle due stanze
- l’elenco dettagliato dei mobili già presenti che si vogliono mantenere nelle due stanze con le misure
- un elenco sommario degli oggetti che si vogliono mantenere nelle due stanze
- il budget per i nuovi acquisti
- il cliente invia queste cose (attività asincrona), chiedendo un’eventuale chiamata supplementare se ha difficoltà (attività sincrona opzionale)
- il consulente elabora e invia al cliente (attività asincrona) due progetti per ciascuna stanza con:
- rendering tridimensionale
- elenco sommario di mobili e complementi da acquistare
- testo di accompagnamento, con spiegazione delle scelte stilistiche e funzionali
- dopo qualche giorno c’è una nuova videochiamata per presentare i progetti e aiutare il cliente a scegliere (attività sincrona)
- dopo qualche giorno il consulente invia il progetto definitivo, con una lista dettagliata di mobili e complementi da acquistare, che comprende anche i link per l’acquisto online (attività asincrona)
La cosa essenziale è non pensare che queste cose siano fantascienza: tante attività lavorano già così da molti anni.
Io stessa lavoro così dal 2013.
Come promuovere un’attività online
Per promuovere un’attività online si può partire innanzitutto dal traffico e dal seguito che abbiamo già.
Se ad esempio ci occupiamo di yoga e prima avevamo solo lo studio fisico, potremmo comunque già avere ad esempio:
- un profilo Instagram piuttosto seguito
- tante visite al sito, grazie ai contenuti gratuiti sulla yoga che avevamo messo a disposizione e che venivano trovati su Google
Quel seguito – sia in termini di persone che ci seguono su Instagram, sia di traffico al sito proveniente da Google – probabilmente era già nazionale.
Come facciamo a saperlo? Analizziamo le statistiche sul traffico al sito e quelle di Instagram.
A quel punto possiamo comunicare la nuova offerta online al pubblico che già abbiamo e al tempo stesso mettere in piedi una serie di nuove strategie per far trovare i nostri contenuti.
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Ciao Tatiana, un bel concentrato di soluzioni e idee… Lavorando nel Digitale, vivo in prima persona tutti gli aspetti che hai elencato…. Non ti dispiace se ti rubo qualche idea?
Buon lavoro 😜
Ciao Gianmarco, fai pure! Però poi raccontami come va :))