
Che ci metto nel blog? Questa domanda tormenta molti miei clienti.
Ci sono almeno due tipi di blog: quello con articoli di taglio editoriale e il blog di servizio.
Negli articoli di taglio editoriale una persona scrive i propri fantastici pensieri, dice la sua sul proprio settore, sulla propria infanzia, sul mercato, sulla vita.
Spesso quando pensiamo a un blog, pensiamo a una cosa del genere: così ne restiamo schiacciati e non scriviamo nulla.
Ad ogni modo, se riusciamo a scriverlo molto bene sarà un’esperienza interessante. Per un’azienda io però suggerisco di valutare anche un normale blog di servizio.
Un normale blog di servizio
Un blog di servizio è un blog in cui inserisci informazioni utili per i tuoi clienti ideali, in una fase più o meno precoce del loro customer journey.
Se ad esempio vendi un programma online per creare fatture, potresti fare un bel blog di servizio come quello di Fattura24 che affronta temi legati al fisco e alla contabilità. La fatturazione elettronica, una guida alla prima nota, e così via.
Questo blog ha chiaramente due funzioni:
- è un utile strumento di supporto per chi già conosce e usa Fattura24
- serve a far trovare Fattura24 sui motori di ricerca da persone in target (persone che fatturano!) che magari non hanno ancora definito in modo chiaro il loro bisogno di un programma online per creare fatture
Fattura24 non parla ai suoi colleghi (i creatori di software), ma ai propri clienti ideali, cioè i professionisti e le piccole imprese che fatturano.
Non scrivere per i colleghi
Il rischio più grande è creare un finto blog di servizio che in realtà parla ai colleghi: ad esempio un blog di fotografia se sei un fotografo, un blog sulle fiere di settore se vendi divani.
Penso ad esempio a Isonova, un’azienda mia cliente che produce Laminil, polistirene espanso estruso accoppiato con cui realizza tanti prodotti B2B e B2C: materiale per plastici architettonici, scatole isotermiche, confezioni per cioccolata e praline, pannelli per la stampa, e così via.
Ogni prodotto ha i suoi clienti ideali e una parte importante del percorso SEO che stiamo affrontando consiste proprio in questo: scomporre l’offerta e farsi trovare direttamente da ciascun cliente ideale.
Così una parte del blog parlerà direttamente alle aziende che producono cioccolato e pralineria. Un articolo potrebbe essere dedicato al tema “esportare prodotti alimentari in Europa”.
Ma come sappiamo se davvero l’articolo è d’interesse per il target? Semplice, con lo studio keyword. Il piano editoriale di un blog in ottica SEO infatti parte dall’analisi delle ricerche reali che le persone compiono su Google ogni mese: è la base per la scelta degli articoli.
Ogni articolo serve innanzitutto a farsi trovare: poi, grazie al buon copywriting e alla buona user experience, serve a dialogare con il potenziale cliente, creando fiducia ed empatia. Nel caso di Laminil, il copywriting è affidato a Manuela Vullo, una bravissima copywriter senior con cui lavoro spesso e che mi ha coinvolta nel progetto.
Il piano editoriale in ottica SEO – per quanto strano possa sembrare – si può applicare al B2B e al B2C, al wedding planner e all’azienda che produce bulloni. Se ci sono le ricerche, vuol dire che si può fare.
Delegare, sempre delegare
Per me i segreti di un buon blog di servizio sono due:
- il piano editoriale in ottica SEO
- la delega
Deve esserci una persona che ha il compito preciso e prioritario di scrivere seguendo il piano editoriale: un copywriter, interno o esterno all’azienda. Altrimenti, per la mia esperienza, si finisce per non scrivere.
Se lavori in un’azienda – piccola o grande che sia – sai già che la delega è il cuore di tutto. Non la delega disinteressata e irresponsabile, ma quella seria, che parte dall’analisi dei processi e ne affida pezzi o più o meno corposi alle persone giuste.
Se vuoi un blog aziendale di servizio, semplice ma efficace, c’è il mio servizio Il SEO blog aziendale. Pianifichiamo tutto, che tu venda bulloni o sessioni di Tai Chi, e ti aiuto anche a trovare il copywriter che fa per te.
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